Versione italiana- Ti va di raccontarci qualcosa di te, dei tuoi hobby e della tua famiglia: com'è lavorare con Didymos?  Non c'è molto da dire, sono la quarta figlia di Erika Hoffmann, la più giovane delle gemelle da cui l'azienda prende il nome. Ho la mia famiglia, due figli (16 e 18 anni). Lavoro in Didymos da quando andavo a scuola, ma solo dal 1997 a tempo pieno. Dal 2005 sono l'Amministratore delegato di Didymos. È sempre un piacere per me gestire l'azienda, anche se a volte diventa stressante. I miei hobby sono: vela, sci e giardinaggio, oltre a prendermi cura delle mie tartarughe e del mio cane! Mi piace anche correre! Ma le tartarughe servono più per rilassarmi. - Come fai a trovare il tempo per tutto?Durante la settimana corro di notte mentre gli altri dormono, e una o due volte durante il fine settimana. Vado anche ad allenarmi per 20 minuti a piedi al mattino e alla sera, così il cane si fa anche la sua passeggiata. Le tartarughe non hanno bisogno di troppe cure, mi piace stare in giardino con loro. A volte durante i fine settimana estivi posso stare anche un'ora o due in giardino a guardarle. Adoro anche passare il tempo coi miei figli, ma ora sono più grandi e non hanno ovviamente più bisogno di me!- Anche i tuoi figli avranno un futuro in Didymos?Sono ancora troppo giovani per decidere, dipende da loro, se lo desidereranno gli troveremo un posto, altrimenti vedremo per qualcos'altro. I nipoti non mancano davvero, qui siamo una grande famiglia!Lena - Didymos- Gran parte di noi conosce la storia di Didymos. Ci piacerebbe sentire la vostra versione: come Didymos è diventata quello che è attualmente, dagli inizi in cui siete stati tra i primi gemelli Europei ad essere portati in fascia fino ad oggi.Mia madre aspettava me e mia sorella, aveva già 2 figli e si rese conto di volerci dare lo stesso contatto fisico che aveva coi nostri fratelli più grandi. Avendo solo 2 mani, ovviamente, doveva trovare una soluzione. Scoprì un libro chiamato "I bambini e le loro madri", col quale venne a conoscenza che i neonati venivano "indossati sul corpo" in tutto il mondo, poi ricordò che un amico le diede uno scialle del Sudamerica, quindi cercò di portarci addosso così. Quindi è così che ha iniziato, si è passata lo scialle attorno al fianco e alla spalla (è stata la prima a fare così, dato che non sopportava i vestiti attorno al collo). Viveva in un piccolo villaggio e il giornale locale la notò. Ritennero che fosse un'immagine bellissima, così ce la inserirono, poi una nota e grande rivista tedesca la vide e pensò che si trattasse di una bella storia. Ne pubblicarono un articolo, credo, nel 1972, dopodiché mia madre ricevette molte richieste. Certamente non c'era Internet all'epoca, quindi non sapeva proprio come f are a "indossarci", non c'erano istruzioni o consigli, fece tutto da sola e siamo sopravvissuti per raccontarlo! Riceveva lettere da tutta la Germania, tutti a chiederle uno scialle come il suo, ed è così che Didymos iniziò ad importare dal Sud America. Purtroppo era molto difficile dato che le comunicazioni erano ardue, mia madre non parlava spagnolo o inglese ed aveva bisogno di un traduttore, ci volle quindi molto tempo. Non poteva andarci di persona, dato che le mancavano i soldi per l'aereo. Dopo un po’ di tempo decise di tessere le sue fasce autonomamente. Le prime vennero realizzate in un edificio industriale molto vicino a dove siamo ora, a 12 km da noi.- Hai qualche ricordo particolare di te da bambina sul babywearing?Purtroppo no, abbiamo solo una foto di me avvolta nella fascia.Tina Hoffmann- Immaginavi da piccola che saresti diventata un giorno il "boss" della prima compagnia di fasce in Europa?Niente affatto, non ci pensavo nemmeno, avevo preso una direzione completamente diversa e sono dovute accadere tante cose perché finissi qui.- Qual è la tua Diso, e quali invece ti piacciono di più?Ovviamente quelle in cui ho portato mio figlio, non le do a nessuno! Una era una Nora, mai distribuita al pubblico. Oggi ne sceglierei di diverse, ogni tanto cambio gusti. Lo so, anche mia moglie cambia la sua fascia preferita ogni due settimane circa!- Qual è il prodotto che ti ha reso più orgogliosa? Perché?La fascia lunga, perché la X semplice o FCC è stata inventata da mia madre. Le fasce lunghe sono ormai diventate uno standard tra i produttori di tutto il mondo e vedere le legature Fcc e Front Wrap Cross Carry mi rende davvero orgogliosa di mia madre, non di me, perché era opera sua.- C'è una fascia che non rifaresti?Ne avevamo alcune tempo fa in lino ma non hanno avuto successo, magari riproponendole in altri colori o tessuti potrebbero funzionare. Non c'è nulla che non rifaremmo. In alcuni prodotti l'insieme di tessuti non ha avuto il risultato che avevamo previsto.- Siete stati i primi in Europa a credere nel Babywearing, ti senti responsabile dello sviluppo di questa cultura?Sarebbe esagerato dirlo. Non penso siamo totalmente responsabili, ma credo che per i primi 30 anni non abbiamo fatto altro che lottare contro tutti i pregiudizi sul portare il bambino addosso, e tutti adesso la ritengono una cosa normalissima. Quando mia madre ha iniziato, però, eravamo davvero in difficoltà, c'erano molte lettere, anche ostili, dicendoci che viziavamo i bambini, che col Babywearing rischiavamo di danneggiarli. Non ne siamo responsabili, ma penso che mia madre abbia contribuito in modo importante nel renderci quello che siamo oggi. Non saremmo stati qui oggi senza mia madre, di questo ne sono sicuro. Internet ha cambiato molte cose, e le poche le madri che portavano i loro bambini senza alcun aiuto, grazie a Internet hanno trovato le informazioni e il supporto necessario.Aurora - Didymos- Che cambiamenti vedi nel mondo del babywearing? In che direzione pensi stia andando?Il più grande cambiamento è che ora è visto normalmente, dai bambini come dai genitori. Questa è la più grande differenza degli ultimi 10-12 anni. In che direzione sta andando? Mi dispiace ma non ho la palla di vetro per prevedere il futuro, mi piacerebbe saperlo. Ho notato che molte aziende che facevano passeggini o seggiolini per auto ora producono fasce, ma vedo anche compagnie prima solo di fasce che ora fanno passeggini, quindi diventa ogni giorno sempre più difficile.- Oggigiorno purtroppo vediamo ancora troppi supporti non ergonomici.Sì, è vero, ma non così tanti come un tempo.- C'è una fascia non fatta da Didymos che avresti voluto produrre tu?No, mi spiace, ce ne sono così tante, non mi viene in mente nulla.- Chi dà i nomi alle fasce?Questa è una domanda a trabocchetto! A volte è opera mia, in altri casi facciamo un concorso o chiediamo alla comunità di suggerire un nome, il che è sempre molto complicato perché poi dobbiamo controllarli, altre volte ancora possono sceglierli i colleghi, in ogni caso è sempre un lavoro di squadra. Alcuni design ci arrivano già coi nomi, e quindi usiamo quelli.- Chi si occupa di progettare le fasce?Provengono da diverse "fonti", a volte compriamo il progetto direttamente dal designer, a volte ci vengono le idee, come con la "Metro" che era solo un disegno su un foglio, oppure c'è la "Paris" che è un'idea di un designer francese. Dipende, a volte è opera di una persona, in altri casi è un lavoro di squadra.- Non avete un designer solo di Didymos a occuparsene?No, non abbiamo un designer.- Con i social media che abbiamo ora, come vedi il futuro del babywearing?Questo non posso davvero dirlo. Penso che con i social media ci sia il vantaggio di potersi connettere facilmente con gli altri. Lo svantaggio è che le persone possono anche scrivere cose cattive, o che parlano di allattamento o madri che lavorano, e così via. A volte sono davvero cattivi, di sicuro non si dicono certe cose se ci si incontra di persona. Mi piacerebbe quindi che ci si scrivesse come ci si parla dal vivo. In ogni caso le persone ora si possono connettere tra loro, il che è molto utile e positivo, anche se non si può prevedere cosa ci riserva il futuro. Da quando abbiamo Internet, il numero di aziende che produce fasce e marsupi è aumentato incredibilmente, perché è molto facile fare del buon marketing senza spendere troppo. Non so come cambierà il futuro, nessuno può saperlo. Ogni giorno scopro qualcosa di nuovo, o delle caratteristiche innovative, e sono sempre in debito con chi scopre o realizza qualcosa a cui non sono ancora arrivata.- Chi gestisce i tuoi social media? So che la pagina Instagram la porti avanti tu.Li gestisco principalmente da sola, ma ho alcune persone che mi aiutano molto con Facebook e Pinterest, su Instagram però sono principalmente da sola. Cerco sempre di trovare qualcuno che possa farlo per me, ma non sono mai soddisfatta. Quindi lo faccio io!- Come mia moglie! Neanche lei è mai soddisfatta degli altri su questo, quindi ci rimbocchiamo le maniche!Non ho nulla contro gli altri, ci mancherebbe, anzi, lavorano bene, è solo un mio problema!Grazie mille per il tuo tempo. È stato un vero piacere iniziare con te questo nostro progetto.